Stampaggio a iniezione materie plastiche: come funziona e a cosa serve

2022-09-10 03:44:47 By : Ms. Jane Hu

La tecnologia dello stampaggio a iniezione si presta alla trasformazione della maggior parte dei polimeri termoplastici – in particolare quelli a più elevata rigidità quali il polistirene compatto (GPPS), il polistirene antiurto (HIPS), l’acrilo-nitrile-butadiene-stirene (ABS) o il polipropilene (PP) – dei termoindurenti e dei tecnopolimeri. Qualche limitazione si pone per il PVC rigido, la cui stabilità termica diviene critica al punto di fusione.

Per quanto riguarda il polietilene (PE), per lo stampaggio a iniezione è bene ricorrere all’impiego di masse da stampaggio dotate di buona scorrevolezza; la temperatura dello stampo e il processo di raffreddamento esercitano un’influenza notevole sul rapporto tra forma cristallina (da cui dipende la densità) e forma amorfa nella struttura del prodotto finale in polietilene; temperature dello stampo nei range più elevati favoriscono una maggior percentuale della forma cristallina e una miglior lucentezza della superficie del manufatto stampato. Particolarmente idoneo ad essere trasformato mediante la tecnologia dello stampaggio a iniezione è l’HDPE in quanto di elevata densità.

Sostanzialmente una macchina per stampaggio a iniezione è costituita da un iniettore e da una parte in cui viene montato lo stampo (la chiusura). L’iniettore consta di un cilindro con camera interna riscaldata in cui è presente una vite senza fine (coclea); la camera interna del cilindro è riscaldata per consentire al polimero introdotto (sotto forma di granuli o di polvere) di raggiungere la temperatura di fusione. La coclea, col suo movimento rotatorio, fa avanzare la massa fusa; la rotazione ha anche la funzione di favorire una fusione quanto più omogenea possibile di tutta la massa polimerica, che, spinta in avanti dal movimento della coclea, va progressivamente a riempire lo stampo. Qui il materiale plastico assume la forma del pezzo da realizzare.

Le tipologie di presse per stampaggio a iniezione che oggi hanno preso il sopravvento sono quelle ad azionamento elettrico – elettronico che utilizzano servomotori e controlli numerici (sono infatti anche dette macchine a controllo numerico per la trasformazione di materie plastiche), che consentono tempi di produzione più rapidi oltre che elevati risparmi energetici.

Data la crescente varietà di forme richieste dai diversificati settori di utilizzo dei manufatti in plastica ottenuti mediante stampaggio a iniezione, un ruolo sempre più importante è affidato agli stampi, mediante i quali si realizzano le diverse forme e dimensioni del manufatto stesso. Il materiale polimerico viene iniettato all’interno dello stampo caldo allo stato fluido o pastoso; il pezzo stampato viene successivamente raffreddato; in tal modo solidifica e viene quindi estratto dallo stampo.

Mediante la tecnologia dello stampaggio a iniezione si ottengono sia manufatti destinati ai settori di impiego “di largo consumo” (quindi generalmente a profilo tecnologico più basso), sia manufatti per settori industriali high tech (che richiedono cioè una maggior precisione dimensionale e che debbono avere prestazioni più sofisticate). La prima categoria di manufatti (articoli di consumo) rappresentano la quota più consistente dei manufatti ottenuti per stampaggio a iniezione, all’incirca il 65 – 70% a livello mondiale; la seconda categoria (articoli tecnici per settori industriali a maggior contenuto tecnologico) il restante 30 – 35%.

Rientrano nella prima categoria prodotti quali:

Rientrano nella seconda categoria prodotti quali:

Il mercato dello stampaggio a iniezione di materie plastiche aveva un valore di 343,23 miliardi di dollari nel 2020. Si prevede che il mercato globale delle materie plastiche stampate a iniezione crescerà da 357,34 miliardi di dollari nel 2021 a 476,46 miliardi di dollari nel 2028 con un CAGR del 4,2% nel periodo di previsione.

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