Pistoia, la camorrista latitante si nascondeva dietro l'armadio: le indagini, gli appostamenti e il blitz in piena notte - Il Tirreno

2022-06-18 22:59:11 By : Ms. Linda xue

Arrestata dopo un lungo periodo d’intercettazioni: era legata alla criminalità organizzata. Undici mesi di indagini

PISTOIA. Pedinamenti, intercettazioni, appostamenti nel cuore della notte nascosti dentro anonimi furgoni parcheggiati, dal cui interno scattare foto e registrare filmati. Fino al momento chiave, in cui hanno sentito la parola “Pistoia”. L’hanno scovata così quella 56enne latitante a cui stavano dando la caccia da ben undici mesi. E l’hanno trovata nell’appartamento dove già qualche tempo prima erano stati. Questa volta, però, grazie alle conversazioni registrate, sapendo bene dove cercarla: dietro a un armadio, in piedi in una rientranza nel muro della camera da letto. Sono stati i carabinieri della sezione operativa del Norm della Compagnia di Pistoia ad arrestare la donna, colpita da un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale presso la Corte d’appello di Firenze: originaria di Ercolano, in provincia di Napoli, ma da molto tempo in Toscana, deve scontare una pena di 7 anni e 11 mesi di reclusione per una serie di condanne passate in giudicato per reati contro il patrimonio e per reati legati allo spaccio di stupefacenti commessi tra la provincia pistoiese e quella fiorentina. Proprio quando aveva saputo che stava per essere portata in carcere, la donna, nel giugno dello scorso anno, aveva fatto perdere le proprie tracce, per non dover pagare il conto con la giustizia. Inutilmente, con l’ordine di carcerazione in mano, i carabinieri erano andati a bussare alla porta del suo ultimo indirizzo conosciuto, dove risultava abitare con il suo compagno. E anche a casa della madre e di altri familiari. Ma i militari dell’Arma non si sono dati per vinti. Gli investigatori del nucleo operativo della Compagnia si sono messi a caccia, seguendo ogni possibile traccia. In undici mesi di indagini, coordinate dalla procura generale della Corte d'appello fiorentina, hanno seguito parenti e amici, hanno ascoltato decine e decine di conversazioni telefoniche, raccogliendo ogni più piccolo indizio alla ricerca della pur minima disattenzione che poteva condurli fino alla 56enne casertana. Un lavoro spesso frustrante: i familiari, infatti, non parlavano mai di lei e, anche quando la contattavano, la donna non veniva mai chiamata per nome e le telefonate erano sempre brevissime, criptiche, per minimizzare, appunto, il rischio che potesse essere localizzata. Ciononostante, i carabinieri non hanno tralasciato alcuna traccia e hanno analizzato ogni minimo elemento, ogni sottile incongruenza nelle telefonate e nei movimenti dei familiari. Mettendo insieme i dati raccolti, alla fine, come in un puzzle, è emerso sempre più chiaramente il luogo scelto dalla donna per la sua latitanza: una città, Pistoia. Poi una strada e, infine, un’abitazione: quello che era il nascondiglio. Ormai certi di aver individuato con esattezza l’appartamento, nel cuore della notte fra marte e mercoledì, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno circondato il palazzo, per evitare tentativi di fuga. Quindi, hanno bussato alla porta dell’appartamento dove la donna si stava nascondendo ormai da diversi mesi. All’interno, apparentemente da solo, il compagno, che fingendosi ignaro di tutto ha tranquillamente invitato i militari a entrare: non poteva sapere che, grazie alle intercettazioni, questa volta i carabinieri sapevano dell’esistenza di una nicchia, una piccola rientranza nel muro della camera da letto dove la donna si nascondeva ogni volta che temeva che alla porta ci fossero le forze dell’ordine andate ad arrestarla o per evitare chi non doveva sapere che si trovava là. E proprio nella nicchia, occultata alla vista da un armadio, i carabinieri hanno trovato la 56enne latitante. Che, a quel punto, non ha neppure tentato di opporre resistenza. La donna, risultata anche parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti – con connessioni e contatti con la criminalità organizzata casertana – è stata trasferita nel cercare di Sollicciano, dove sconterà il cumulo di pene diventate definitive: 7 anni e 11 mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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