Le foto dalla sfilata Giorgio Armani 2022/2023

2022-08-13 05:50:30 By : Ms. ivy yang

Re Giorgio ha chiuso la settimana della moda milanese.

Giorgio Armani sfila in un silenzio radicale: il suo Autunno Inverno 2022 passerà alla storia come una delle grandi lezioni date dalla moda alla società e da uno stilista ai suoi colleghi. A lui, il compito di chiudere una Fashion Week che per cinque giorni non si è mai concessa il tempo della riflessione, lo spazio del punto fermo, che non si è decisa a spengere per un attimo le luci e i flash sui colori e il vociare crescente che sempre la accompagnano. Bisognava solo aprire una parentesi per prendere fiato, per raccogliere le lacrime sacrosante degli indossatori ucraini che hanno continuato a lavorare con la consapevolezza che il loro Paese stava subendo un’invasione militare da parte della Russia, per stringersi in un abbraccio collettivo che non avrebbe risolto niente ma avrebbe sciolto almeno un po’ l’immagine di un sistema del tutto distaccato dalla realtà.

Una collezione semplicemente bella, autoreferenziale e credibile come sa essere ogni stagione del marchio. In passerella, insieme, l’uomo e la donna: a lui l’aria scanzonata del latin lover che gioca con lo styling e sovverte i codici del formale portando la cravatta annodata sotto alla camicia lasciata aperta sul collo, ma anche sotto ai gilet, ai maglioni e ai cardigna; lei, invece, si cambia mille volte per sedurlo. La vediamo passare da un’idea di ufficio contemporanea, svelta nella soluzione del tailleur-pantalone, a quella più vasta di un giorno elegantissimo anche quando si avvicina ai tagli più sportivi di felpe/bluse e di una maglieria jacquard, e seducente nei tessuti che sono operati e fruscianti – proprio quell’assenza di suono ci ha permesso di sentirne la “voce”. Sopra ci sono sempre i cappotti, mono e doppiopetto, in velluto, in cashmere e in pelo e poi via verso la sera. A preannunciarla ci sono diverse uscite su cui inizia a scintillare il luccichio delle paillettes, possiamo concedercele già dal cocktail per poi celebrarle, del tutto, negli abiti lunghi su cui, insieme a cristalli ricamati, queste disegnano gli steli e i boccioli di piccoli e grandi fiori. C’è un’eco anni Trenta che passa per le gonne a frange, le trasparenze impenetrabili e erotiche, le borsette/gioiello e le clutch rigide.

Non potevano mancare le rivisitazioni del “coreano”, che nella loro diversità, con le abbottonature a gancio laterali e la modellistica iper-razionale rispetto al vestire occidentale, sono perfette sempre. La palette cromatica non si allontana dalle nuance care alla maison: i grigi, nella variante fredda, dominano dal pallore del perla fino a farsi argentati; i blu passando dall’oltremare all’elettrico, qualche tocco di rosa e di celeste li divide insieme al nero. Le stampe, quando ci sono, ricordano le pennellate del futurismo di Balla. Gli orecchini a cascata di brillanti saranno l’accessorio a cui non si potrà rinunciare.

Tanti gli applausi a scena aperta, prima timidi poi più coraggiosi, sfumati in una più grande, unica e commossa standing ovation finale che si unisce, fil rouge ideale e spontaneo, proprio alla voce d’apertura di Armani stesso “un segno di rispetto nei confronti delle persone coinvolte nella tragedia che si sta consumando in Ucraina”.