EDIT Napoli 2021 in 12 progetti scelti da Elle Decor

2022-09-17 03:09:45 By : Ms. Termein tdp

La nostra selezione degli oltre 80 progetti di design editoriale contemporaneo in scena a San Domenico Maggiore

Parlare di EDIT Napoli senza parlare della città che la ospita è impresa ardua, e forse anche poco sensata: a differenza di gran parte delle fiere, allestite in complessi espositivi ad-hoc, spesso lontani dai centri storici e quasi sempre introversi, quella organizzata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli si svolge nel complesso di San Domenico Maggiore, in pieno centro storico, e la città si insinua prepotentemente da ogni spiraglio.

Soprattutto perché il centro storico di Napoli, a differenza di quello della maggior parte delle grandi città italiane, è un centro storico ancora vissuto quotidianamente dai suoi abitanti. E ancora, la stratificazione che va in scena a San Domenico Maggiore è l’ideale prosecuzione di quella a cui i napoletani sono abituati da un’urbanistica che cresce sulle sue stesse rovine, da un’architettura che costruisce sopra fondamenta altre, da un modo di abitare che cambia le destinazioni d’uso, che manipola, adatta e ripensa. Un sistema di stratificazioni che, in fondo, è il processo creativo da cui si genera il design: lo stesso atto compiuto degli oltre 80 espositori che hanno portato il design editoriale contemporaneo tra gli spazi seicenteschi (anche se datarli con precisione è quasi impossibile, perché anche qui la storia si è stratificata) di San Domenico.

La commistione di intenti, di linguaggi e di DNA è anche quello che caratterizza EDIT Napoli, una fiera che sa sposare la vocazione curatoriale con quella commerciale, in cui si incontrano designer indipendenti, autori ed editori di design, creatori e produttori che operano nel mondo del design privilegiando la qualità dell’atto creativo, della manifattura e dei materiali rispetto alla produzione massiccia, globale e indiscriminata.

La commistione epoche e di linguaggi è anche alla base del lavoro di Luca De Bona (architetto e designer) e Massimiliano Tuveri (fotografo) che insieme presentano a EDIT Napoli 2021 Belvedere, un progetto di arredi e complementi ispirato a un Gran Tour postmoderno: i colori dei vedutisti settecenteschi diventano le tinte in cui virare le cartoline scattate da Tuveri e stampate sui raffinati arredi lignei De Bona, in una sorta di rinnovato impiego delle arti applicate. Le prime tappe di questo Grand Tour sono il cabinet di Venezia, il separé di Milano, la consolle-toeletta di Firenze, il mobile bar di Roma e la madia di Napoli.

Passato, presente e futuro sono i tre tempi in cui si sviluppa il progetto La pietra compattata, realtà di Sassuolo che affonda le radici nelle pietre di scarto di altre aziende, recuperate dal taglio e dalla lavorazione di porfidi, quarzi e graniti. Attraverso un processo che prevede la macina, l’impasto e la compattazione tramite pressatura viene loro offerto un nuovo futuro, sotto forma di superfici uniche e singolari, disponibili in diverse cromie e forme, che possono essere collocate sia all’interno, a pavimento o come rivestimento. La sostenibilità ambientale è perseguita anche tramite un’essicazione del prodotto che segue il percorso naturale delle stagioni, l’utilizzo di acqua riciclata e un ciclo produttivo che non genera alcuna emissione di CO2 o sostanze inquinanti.

Recupero, adattamento e manipolazione sono i gesti compiuti da Margherita Sala, fondatrice di Margart Design, per ottenere il suo alabastro contemporaneo: la buccia delle zucche, essiccate, svuotate e ripulite, diventa un materiale nuovo e sostenibile con cui realizzare i paralumi di una piccola famiglia di lampade da terra, da tavolo e a sospensione lussuosa e sostenibile in ogni sua parte, grazie al recupero di materiali di scarto, eppure pregiati, provenienti dalle aziende produttive brianzole.

Lo studio di Pordenone Monogramma ha interpretato il composto cementizio di Cimento (una miscela composta dal 90% di aggregati minerali mescolati a un legante cementizio) con una piccola collezione di rivestimenti che esplora le potenzialità del materiale e ne suggerisce nuovi linguaggi. Il primo, ispirato a Venezia, valorizza le piccole particelle di fluorite suggerendo il riflesso dei palazzi nelle acque della laguna, ma anche il seminato veneziano, e riproponendolo (oltre che nella tradizionale superficie liscia) anche in due differenti moduli tridimensionali che creano delle piccole architetture da parete. La seconda proposta, ispirata al macramè, abbina la superficie tridimensionale a delle false cimose colorate recuperate dagli scarti di produzione di Rubelli. Infine Will, il rivestimento sottile e flessibile di Cimento, trova una nuova forma espressiva nel pattern tridimensionale ispirato al bagnasciuga.

Eleit partecipa a Edit Napoli 2021 con Famiglia Oliva, il progetto nato dalla collaborazione tra la designer Astrid Luglio e Mariella Caputo, sommelier, mastro oleario e maître del ristorante Taverna del Capitano, che prende forma attraverso la maestria degli artigiani di Roa Catalana (gia autori delle sedute sviluppate da Kalhed El Mais per Made in Edit, presentate in occasione della prima edizione della fiera). Il risultato sono tre oggetti – il piatto pane e olio Gea, il cucchiaio d’olio Elio e il degustatore olfattivo Pigi che suggeriscono nuove gestualità e nuove accortezze verso il cibo e verso gli ospiti della tavola.

Elena Salmistraro racconta Pantelleria (la sua Pantelleria, vista dall’alto e studiata da remoto durante il lockdown) attraverso i marmi e le pietre mediterranee di Lithea. Un tavolo, un rivestimento che sarebbe meglio chiamare quadro da parete, degli sgabelli e dei vasi che usano i colori delle pietre e le texture rese possibili dalle lavorazioni più tecnologiche per raccontare il paesaggio brullo di quest’isola – fatto di falesie erose dal mare e dal vento, rocce nere di lava vulcanica, terrazzamenti di vigneti di zibibbo, muretti a secco, dammusi dai tetti ondulati e, ovviamente, mare – stemperato dal tratto sinuoso e femminile della sua mano.

Milla Novo, designer di Amsterdam nota per i suoi macramè contemporanei, esplora nuove forme e nuove superfici a partire dalla sua prima passione: le corde avanzate dai macramè diventano RopeWorks, pannelli decorativi e fonoassorbenti ottenuti ricomponendo le corde su tavole di legno e disegnando paesaggi materici astratti; l’immagine del macramé diventa invece un amuleto bidimensionale stampato sui tappeti per Moooi Carpets.

Una sedia, due tavoli, uno specchio e un tappeto sono i componenti di Tagadà Collection: un gioco sottssassiano di forme studiate al millimetro e colori sgargianti, un mix shakerato con precisione da chimici tra razionalità e sentimento. In quella che a prima vista sembra una collezione nata per gioco i laminati che compongono le superfici degli arredi si incontrano al millimetro, senza mai sovrapporsi; le curve si ripetono, le forme sono tagli netti e accurati nello spazio. Ad accompagnare la collezione di Stamuli, un appendiabiti in acciaio la cui base plastica (generata da vecchie sedie fuse e ricomposte) diventa opera d’arte e due sedute ottenute esplorando le potenzialità del tubolare in alluminio, trattato come ora come fosse un tessuto da plissettare a piacimento ora come materiale strutturale.

La collezione Made in EDIT, nata nel 2018 con la prima edizione della fiera con l’intento di costruire sinergie creative tra i designer internazionali e gli artigiani italiani si amplia quest’anno con le piastrelle disegnate dal duo olandese Kiki and Joost e dipinte a mano da Ceramica Francesco De Maio: un pattern astratto, di ispirazione floreale, realizzato ad acquerello e trasformato in ceramica, che racconta una visione nordeuropea della mediterraneità.

Chiudiamo questa rassegna di progetti con un espositore nato dal Seminario di Edit Napoli, Finemateria, lo studio fondato da Stefano Bassan e Gianluca Sigismondi che a distanza di un anno torna con il risultato della propria ricerca sulla schiuma poliuretanica. Le diverse densità di questo materiale, comunemente usato dall’industria dei materassi, diventano un gioco di composizione cromatica da cui nascono una poltrona, un divano modulare e uno sgabello che valorizzano il materiale, e le sue tecniche produttive, trasformandolo in oggetto di design funzionalista che non ha bisogno di orpelli.

Siamo arrivati al Seminario, la fucina dei talenti di EDIT Napoli, popolata da progettisti italiani, danesi, francesi, danesi e numerosi designer olandesi selezionati grazie alla call Young Dutch Titans. Una selezione ampia, che spazia dal grande arredo al complemento, che racconta di una rinnovata attenzione al processo produttivo e al recupero dell’artigianalità spogliato dalla reverenzialità per i linguaggi più sedimentati.

È il caso di Caterina Frongia, esploratrice dell’artigianato tessile sardo che costruisce tappeti dal linguaggio espressivo contemporaneo attraverso le più arcaiche tecniche di tessitura; e di ccontinua + mamt, che con Turchino porta a EDIT Napoli 2021 una collezione di piatti in ceramica fatti a mano e illustrati con disegni ispirati alle fiabe per diventare narratori domestici capaci di rivedere e dare un nuovo significato all'esperienza del cibo.